domenica 14 giugno 2009

Lo spirito sportivo delle Sinistre


“L’importante è partecipare”. Con questo soddisfacente epitaffio si concludono drammaticamente anche queste ultime elezioni Europee senza che nessuno dei pretendenti di sinistra ad una poltrona dell’Europarlamento, si possa ritenere particolarmente affaticato per lo sforzo profuso durante la scampagnata elettorale che li ha visti fieri partecipanti. Quando qualche mese fa si presentarono all’iscrizione degli ultimi giochi politici, l’impressione che tutti hanno avuto era quella di un gruppo mal assortito, fuori forma e con la perenne idiosincrasia al gioco di squadra. I singoli atleti, poi, mancavano di un capitano affidabile su cui fare riferimento e di un metodo di gioco che potesse portare dei risultati accettabili. Né si poteva contare sulla presenza del benché minimo fuoriclasse che potesse regalare quella fantasia e genialità tipica di chi ha sin dalla nascita una qualità evidente. La preparazione atletica si manifestava in tutta la sua approssimazione ma si cercava di sopperire tentando almeno, e giustamente, di ostacolare con ogni mezzo gli avversari i quali però, sin dall’inizio delle gare, si dimostrarono nell’insieme una squadra più competitiva e destinata ad una facile vittoria. Già ai nastri di partenza delle varie discipline Europee, Provinciali e Comunali, gli improvvisati campioni fecero tutta una serie di simposi a mezzo stampa per giustificare, con puerili motivazioni, le loro evidenti difficoltà di poter competere con forza e determinazione affinché si potesse portare in cascina anche solo una misera e unica medaglia. Così, prendendo come slogan ufficiale il pensiero decubertiano, si tuffarono nella mischia rugbistica con la veemenza di un bradipo e l’entusiasmo storico dei seguaci di Dostojwski. Nello stillicidio continuo che gara dopo gara li vedeva commiserevolmente perdenti, piano piano tutti i compassati ginnasti persero tutta la loro baldanza e fierezza e non gli rimase altro da fare che prostrarsi penosamente a piedi dei loro sostenitori chiedendo un applauso alla loro sportività con la consapevolezza di chi sa di non meritarlo. Alcuni tra i più delusi pensarono che fosse giusto tirar loro dei succulenti pomodori rossi, ma dopo aver osservato i loro grassi ventri molli decisero che sarebbe stato meglio farli ad insalata e placare l’amarezza che attanaglia ognuno dopo una cocente disfatta. A giochi ormai conclusi i tifosi più affezionati, che imperterriti avevano continuato ad incitarli, si aspettavano almeno un onesta analisi sulle evidenti responsabilità della loro inadeguatezza presuntuosa che li vede ogni volta sconfitti in qualsiasi competizione. Nessuno dei concorrenti però si sentiva in dovere di affrontare gli oneri né tantomeno di riconoscerli come tali, d'altronde non è richiesto dalla moralità comune che gli Dei, siano questi politici-religiosi o sportivi-televisivi, debbano alcuna spiegazione ai loro ammiratori, che invece hanno l’obbligo di garantire alle Divinità il loro appoggio incondizionato. E allora forza, applaudite tutti questi ingloriosi atleti cosicché lo Spirito Olimpico prosegua e non lasci rimpianti, perché lo sanno tutti: l’importante è partecipare.

Maurizio Mura

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