domenica 17 maggio 2009

Testamento biologico? Solo viva la Libertà.


Più parole vengono accostate al termine generale di libertà più la stessa si comprime, oppressa dalla pesantezza logorroica di chi ne vuole sfruttare tutte le potenzialità, ogni volta che aggettivi, sostantivi e verbi la costringono in una dimensione individualista al servizio di discutibili interessi privati. A tal proposito prendere ad dimostrazione le motivazioni politiche, economiche e sociali potrebbe risultare semplicistico e populista, ma altresì inevitabile. Storicamente si può discendere a ritroso nel tempo fin quasi all’età della pietra per trovare molte tracce che indicano chiaramente che ogni tentativo dell’uomo di condurre in piena libertà la sua esistenza, è sempre stato ostacolato sia dai primi scaltri pensatori in erba che crearono vocaboli complessi per poter controllare la maggioranza degli australopitechi, sia dai moderni e illuminati filosofi che credettero si potesse stimolare il pensiero comune utilizzando metafore e paradossi per imbrigliare qualsiasi opportunità dell’uomo di poter essere veramente libero. Solo in natura l’essere umano può avere la giusta e libera dimensione, e solo considerandoci parte di essa ne potremmo apprezzare le qualità che tanto ricerchiamo nella complessità dei nostri pseudo ragionamenti. Ma forse è proprio la libertà che l’uomo rifugge, consapevole che è dai suoi desideri che trae l’energia vitale per continuare a considerarsi l’entità superiore che tutto possiede e ogni cosa controlla. E cosa deve assolutamente avere ben saldo nei suoi artigli ogni essere che si considera “Divino” ? Il potere di condizionare, organizzare e controllare l’autonomia dei viventi tutti. Dalle paure ancestrali dell’uomo fino alle sue superstizioni, dalle leggende mitologiche alle più inverosimili religioni, tutto è stato pianificato utilizzando ogni volta neologismi incomprensibili ai più che, proprio per questo, sono tutt’ora indiscutibilmente efficienti nel produrre l’effetto desiderato di controllo. Ecco che allora la semplice parola “Libertà” perde tutto il suo significato se ad essa non si accosta almeno un vocabolo di convenienza. Gli esempi a disposizione per riflettere sono molteplici, sempre ammesso che si voglia farlo e citarne alcuni, forse, può produrre quegli sforzi neuronali che hanno consentito di definirci presuntuosamente “sapienti”. Dalle leggi divine alle moderne leggi costituzionali è tutto un imperare improprio sull’utilizzo giusto e/o sbagliato delle più bizzarre Libertà. Prendiamo la famigerata e vituperata “Libertà di pensiero”: nelle presunte democrazie odierne questa è sancita dalla costituzione che regola, comunque, il pensiero comune così come succede in ogni dittatura, monarchia o altre forme di governo. Tutti però diranno che le regole sono state create per impedire a chiunque di violarle, costringendo l’uomo a non avere pensieri contrari alla libertà di pensiero. Oppure la stessa “Libertà politica”, regolamentata opportunamente per lasciare a tutti la “massima” sovranità di scegliere tra le fazioni che liberamente ci impongono le loro scelte. E poi la “Libertà di manifestare”, ma solo alle condizioni di orario, giorno, mese e percorso che liberamente sono stati scelti per tutelare la “libertà di tutti”. Così come viene giustamente tutelata la “Libertà di credo religioso”, sempre ammesso che non sia in contrasto con le religioni che lo Stato ove si risiede ritenga idonee ed ammissibili. E come ultima prova, ma non ultima “libertà condizionata”, l’indiscutibile “Libertà deontologica” che obbliga i professionisti del settore a tutta una serie di comportamenti che ne limitano e condizionano la libera scelta. A questo si aggiunga una singolare uniformità presuntuosa di tutti i “cultori” di credere che la giustificazione di questa prevaricante regolamentazione sia assolutamente necessaria affinché si svolga al meglio la professione scelta, e a tutela degli interessi dell’umanità tutta. Si è liberi di fare quello che si è scritto nelle regole. Anche l’ultima “Libertà di settore”, che fin’ora era stata risparmiata, oggi viene messa in discussione dagli organi legislativi di molte nazioni che pretendono di regolamentare, con la libera coscienza del pensiero di maggioranza politica, sociale e religiosa al servizio della deontologia professionale, l’ultima e, forse, l’unica libertà dell’uomo: la libertà di poter decidere se vivere o morire. E come in tutti i casi in cui il fine ultimo non sia l’uomo, è normale aspettarsi delle regole variabili a seconda degli schierati orientamenti di convenienza. Ma la libertà è solo “Libertà”. Non può essere scritta o dettata, giusta o sbagliata; non può essere volontaria o progettata, non può essere ammaestrata. Non può avere un giusto colore, uno stendardo, un movimento,un amore. Non deve essere tutelata, deve essere rispettata, condivisa, deve essere libera. Liberiamola allora.

Maurizio Mura

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